RITORNO A GIOIRE DELLE ALBE… (1° GIUGNO 2023)

Feroce depressione m’afferrò a tradimento
dopo ennesimo trauma patito sul mio di vita
imbelle cammino, proprio il primo dì di primavera
e fu quasi esiziale, d’assoluta sofferenza in quel
maggio di mio settantasettesimo anno,
compiutosi fra un mancamento e l’altro, con
me oramai collezionista d’acciacchi ovverosia
‘acciacchista’ provetto, ma verso me stesso.
Con gli anni, che inesorabili avanzano, è sempre
peggio e son di disperazione i picchi depressivi
più profondi, violenti, totali, vertiginosi, spaventosi,
incomunicabili e quindi inenarrabili…

Ma stamani, grigia giornata con assoluta
copertura del cielo, soffocato da spessa
coltre di nubi, riesco per di psicofarmaco
super razione ed azione ad alzarmi in ora
antelucana e scorgo verso l’orizzonte che
si staglia sul fondo un cielo arrosato dall’alba
incipiente, ove appare il profilo dei primi
monti d’Appennino frastagliato e scuro,
poiché la luce solare lo illumina dal versante
a mio sguardo celato, sebbene presto quella
per noi viventi inesauribile fonte energetica non
s’alzerà in cielo, per la perenne umana illusione
che sia il sole a levarsi. Mentre è la rotazione
di nostra martoriata terra che ci fa andare
incontro al suo astro maggiore, sempre a
nostra vista rinascente e verso la sommità
celeste, anche se in pura apparenza, ascendente.

Così io oso ora sentirmi in agognata ascesa d’umore
che, chissà quando ma di sicuro, si ritramuterà in
sesquipedale pessimistica percezione mortale.
E’ il ciclo obbligatorio e sovente proditorio di
mia impietosa oscillazione umorale: appunto non
ne posso sapere il quando ma solo, per orrendo
psichico bipolarismo, so per certo che riaccadrà.

Ora ricordo quando la nostra mitica figura
del Cristo, che a Gesù per forza successe,
si espresse con :  ”Allontana, tu che tutto puoi,
oh Padre, questo calice (amaro) dalla mia bocca”.
lui che saper doveva che il fiele gli sarebbe stato
imposto quando sulla croce inchiodato anche di
sua sete avrebbe i carnefici avvisato e implorato
per esser dissetato, ma col piscio umano o animale
ulteriormente martoriato…

Ed ecco che penso a tutti i martiri viventi e non
più, che popolano ed hanno popolato questo
nostro sì meraviglioso pianeta, oramai minacciato
dall’umano suo sconsiderato sfruttamento e a
quel don Milani, oggi di nascita centenario, che
volle nella sua scuola di Barbiana inverare sùbito
lo spirito d’insieme, piuttosto che l’oppressivo
‘comunismo di stato’ dalla storia subìto e dal
suo stesso totalitarismo smentito…
Allora mi viene in cuore la certezza di mai esser
solo, ma dai cinici infingardi del potere grazie a
Dio esser ‘tirannizzato’ insieme a tutti gli oppressi:
i cosiddetti dannati della terra che, se un Dio esiste,
saran nell’eternità compensati di giustizia. e, sia mai,
di conseguente felicità!

MARCO MARIA ELLER VAINICHER