QUELL' ORGOGLIO CHE ROVINA IL MONDO

Se é nei rapporti con gli altri, e prima con sé stessi 
('inter' e 'infra' personali), il segreto di ogni genere 
d'amore/odio (amici e/o nemici), è la medesima intima 
percezione del nostro essere che c'incarna, quali 
uman/divini, quali savi e/o folli, onesti e/o disonesti.

Quindi la chiave dell’educazione del sé, del nostro
più o meno subìto carattere, della nostra sempre 
diversa, ma sempre comune, genetica natura, 
sfugge al povero poeta, che vede nel comunicare 
già l'amare, perché sarebbe per gli altri umiliante 
corrispondere con la sua, sempre di persona e in 
pubblico offerta, (ma forse sin troppo denso/perfettina?), 
scrittura, la quale in-coscienza e co-scienza, ma
in unico flusso, riesce poeticamente a (ri)(s)comporre, 
"now here" e "no where", per cosmica (ri)unione.

Eppure Scrittura, per lui elettronicamente limitatissima
é, pel mancato insegnamento ricevuto, così da suo 
quasi 'antisitoweb' in catalessi (mai) riuscire a sviluppare,
oltre la giaqquì (di)mostrata capacità di e(mail)pistolare! 

Mentre sempre (con arcirare e strampalate eccezioni, 
forse mosse da 'sottil'invidia'?) gli vien detto ch'ella 
Poesia tutt'é formida'(bi)le' e, a maggior ragione, quando 
'canta' o manifesta per via il suo pensier d'amore, 
tutti incontrando, essempre ottiene straordinarie 
e perfino geniali interlocuzioni.  'Semmal' con 
le solite, stupide, 'menrare', dovute eccezioni, 
forse mosse da 'arrogant'ignoranza' di (e in sé) 
assatanante gelosia, espressa in nome del c.d.
'lavoro', che si sta supinamente ma miticamente 
eseguendo, o della vita '(de)privata' o "life privacy" 
che si sta (or perfin'in Cina continentale) proteggendo
e forse sinanche imprigionando?

Insomma, non m'é dato sapere, rimane per me un 
inquietant'enigma, perché io sia lasciato sol'e solitario 
ad offrire il mio pensiero poetico e perlopiù non riceva 
se non silenzi da chi, in mia assoluta ingenuità, mi 
attenderei proprio, almen epistolar, corresponsione?
Indifferenza? Assenza di passione? Disinteresse?
'La ragione parzial'é, se senza total passione!'

"Nell'amor vince chi fugge", ma mai inseguito l’ho io,
vieppiù lasciandolo perdere per ritrovarmi (e sempre 
rinnamorarmi), secondo l'ovvio principio che il primo 
amore é sempre l'ultimo come l’ultimo spr il primo e
che solo chi é veramente libero di cuore riuscirà a
sempre liberarsi, per poi sz gelosia reimpegnarsi,
fedele ai propri sentimenti spr presenti, quindi probo
e felicissimo!  Ove però la fede(ltà) non sempre
prerogativa é, vieppiù quella religiosa, ma anche
'diminutio' piuttosto che 'additio' esser puote:
rievocar noi bensì spr vorremmo, ma sz rimpianto?!

Manterrò perciò, e ancor mai lascerò, in cuor mio tutti 
i miei ben trascorsi amori: il mio 'coro di fate', che mia 
super fantasia in sempiterno volo reggono, per amor 
sempre di rigenerar 'arcicapace' mi renderà e rirenderà!
("A' l'Eternité Feminine" a tutte, e nell'intimo loro, 'docet').
Son io che più ho bisogno degli altri, che non il viceversa,
o son io che più degli altri mi curo, che non il 'versavice'?

Quand'occasionalmente non volessi qualcun'ascoltare, 
il mondo intero sempre al mio ascolto proprio metter vorrei 
e rivorrei, senza esclusione alcuna, con figlia ingrata ben
da me (ma da lei medesima purtroppo no di certo) capita. 
E(g)già oggi nov’anni fa, che nostro tempo di vita fu(g)già
per sì tanti lunghi anni in unilaterale e forzato suo divorzio
trascorso, con spaventati nipotini e suo 'gigion-furbin' (poi
ex) consorte latitante e mentente, tuttavia e di sicuro con
me in sua (de)privata sfera affettiva a me tant'ostile da
quas'infarto in piazza provocarmi… (e questo poche ore
dopo vil'aggressione subita da orrend'oste romanista,
con suo accolito e italiota gentaglia consenziente, poichè
da lui mangiante e sé e me infamante, eccon italica
romanità tutta disonorante, vuoi anche per ‘carabinieresca’
stampa in complicità arcisilente). 

Tuttavia, ricompresa da me sarà e risarà e quasi di mio
perdono dotata e ridonata, per l'evangelico fine, che
sempre per mia natura perseguir vorrò, di "tutti insieme appassionatamente", perfino in mio di patria senza patria
paravaticano esilio o di miei domiciliari arresti da poetante
stili(s)ta-anacoreta, povero laico eremita urbano.  

Se la vita é dialogo, se usi e costumi, credi e obbedienze,
come lingue e idiomi, sol son particolarità etnico-religiose 
che ci raggruppano o 'r(i)-al-leg(ion)ano' per dividerci ed 
ingabbiarci dentro, troppo sovente aberranti e meschine 
convenzionali regoline da 'sott'uomini' ci mortificano!
(All'autore di "A Michelangelo(B.)l' Esangue" viene in
'sottoparadosso' e con feroce umiliazione, come agli
israeliani posti di blocco antipalestinesi in "Check Point"
è sì spiegato, negata la visione della Pietà nella gran
basilica vaticana perché ha, ennon per di curiale
indecenza ignara volontà, suo deltoide scoperto 
mentre per gli induisti un officiante sacro tal'é, sol se
a torso nudo, come nella di Gesù orrifica Passione).

Allora come e perché rifiutare il vuoi ristorante (ma
senza a sterno e/o setto nasale vil testate ricevere, 
per carità!), vuoi alimentante scambio d'amorosi sensi, 
quando il disumanizzante potere é al contrario
privazione di senso (della vita), sensi e sensibilità,
mentre l'inusitata potenza del gioco d'amore a tutta 
nostra, altrimenti penosa, vita gran e subitanea felicità
darà e ridarà di generazione in generazione?

Or che son x età fra la vita e la morte (biologiche),
anche per vagali effetti d'anestesia locale, in già
effettuati e sì mal programmati (da fellon'oculisti
vacanzieri e ospedali bancarottieri) plurimensili ago-
chirurgici interventi d'antiemorragia, almeno all'occhio
sinistro, se non anche al destro (immunizzato); 
dovendo tuttavia passare a miglior spiritual vita in
questa mia restante biovita, da litio e psichiatrica
iatrogenesi, insieme a deprimente e di tanti tremor
e obesità condita mania suicida in via di ben 
consapevole liberazione, più non m'occorre in
perfett'olismo altra vita, né ultraterrena, né da finti
fratern'affetti familistico-profittatori sin troppo violentata e
perfino torturata! (("Dagli amici (e fratelli coltelli!) mi guardi
iddio, ché dai nemici mi guarderò io!")).

Essendo però in qualsivoglia circostanza mio amico il mio
nemico, tanto da farmi curare sia da iranian(e) sia da
israeliani, laici e/o religiosi cattolici, ayurvedici e/o buddisti,
islamici e/o tibetani e/o cinesi, perfino "Native Americans", 
a tutte le principali fedi e chiese laico/religiose essendo io
iniziato, il Tao di LaoTzu volentieri coltivando e lo spirito
scientifico 'abbaciando' (di Finanza, Armamenti e Religioni
vuoi o non vuoi grand'expertise avend'io acquisito, per alla
newyorchese Columbia University poter con altri specialisti
lezionare) per tutte ricomprenderle e poi superarle, in
assoluta dedizione a scrupolo intellettuale e passionale!

'Riterrò per ciò la questione della esistenza di Dio, pur
tuttavia inesistente!' (Come la disputa fra creazionisti e
darwiniani "Fellows'” evoluzionisti, in mer’accademica
funzione ingaggiata, per carriera far e fine a sè stessa).

Addì 25 agosto 2013, Marco Maria Eller Vainicher,
in poesia testimoniò, e così 'neotestamentò' per
(ri)aggiornarsi il 6 dicembre 2022!