PER MICHELANGELO
L'ESANGUE
La profondità
della Pietà.
Una foto bianconera
una luce di sguincio
lo scenario di una
maternità ed è
per l'eternità.
Mille scatti sapienti
ce la rendono intatta in
tutti i singoli momenti.
Lei è più giovane del figlio
con quel suo naso dritto
di gran beltà rifatto
e le labbra spesse,
lo sguardo crucciato
e un po' rassegnato,
di sofferenza raggelato.
Lui stremato nei boccoli
di barba rada ed il
perizoma sui fianchi ripiegato
che avvolge quel corpo martoriato
col piede un po' reclinato
e l'ascella sostenuta dalla Sua
mano avvolgente e diligente.
Tutto è reso perfettamente e dolcemente:
più Still Life o natura morta di così!
Da tutti i punti di vista la Pietà è fotografata
con una messe di luci e si moltiplica nella varietà
espressiva, mica male per un'opera che più
carica di significati divinumani non si può.
Nessuno in occidente è riuscito a rappresentare
l'amore nel suo atto copulante! È proibito dalla
nostra cultura: ma qui c'è il languido farsi di un
amore-morte ove la madre è la figlia ed il figlio il padre.
Lei ha la morte nel cuore, lui nel corpo: ma già si sa che
resusciterà!
Quanto dolore in quell'amore.
Marco Maria Eller Vainicher
(20/07/04) |