MASSIME, PARADOSSI E/O ‘EUFORISMI’

(Insieme a NEOLOGISMI e PARALOGISMI).

 

Abbracci e baci (crasi) = ‘Abbaci’!
(immeritati?)

 

Rifiutare di amare, per paura di soffrire, è
come rifiutare di vivere, per paura di morire.

 

Viviamo sempre e solo l’attimo,
(sia fuggente, sia istante). Voilà
la permanente impermanenza
dell’eterno presente, che è anche
passato e futuro (‘ad memoriam’).

 

Vivo in una campagna di città
(alias città di campagna),
sopra la vaticana sede papalina,
ma in una enclave fiorentina!
(Eh, se dico fico…)

Sono un fiorentino a Roma
sopravvivente, ma senza
troppo sopportar la sua gente!

 

Tutto accade a caso perché nulla
accade a caso (e il viceversa: vedi
l’incipit di questo sito web).

 

Solo chi è veramente impegnato è sempre libero
(d’impegnarsi) e solo chi è veramente libero è
sempre impegnato (a liberarsi).

 

Meglio per il poeta sempre vivere il momento,
quasi partorendo l’evento, che non cercare di
riesumare passate emozioni oramai congelate
da superate sensazioni.

 

Il poeta per lo più pensa solo
la notte invece del giorno, per
poter vivere in sogno…

 

Le Muse stupefacenti:
fra noi è infinitamente più
il non detto che il detto e
nel silenzio misurerò il
nostro riuscire a sentirci
(l’un - l’altra).

 

Sol chi saprà perdersi
potrà ritrovarsi.

 

Se nella bellezza è la conoscenza
nel suo rifiuto è la violenza.

 

La cosa bella della vita è
nel non arrivare a fare
ciò che si deve fare e perciò
aver sempre da fare più
di quel che si arrivi a fare!
(Così da voler viver ancor).

Abbasso il tedio leopardiano
(o se vogliamo la noia sartriana)
e perfino la mortal vita: “tale è
la vita mortale”, con la nozione
di Jankélévitch sulla mortal vita
(as)senso.

 

Senza il fisico (e la fisica) non può esserci
il metafisico (e la metafisica), così come il
viceversa.

 

Gesù certo un libertino era:
se fantasia c’è stata data per
d’amore lietitudine provare
e di Neruda il “Canto General”
come inno a femmina globale
è concepito, guai a negarne
il di Sabrina o Chiara o Sofia
o Poesia ‘affetto preconcetto’,
in super dolcissimo confetto!

Son tutto,
fuorché
tuttologo!

 

Occorre sempre reimparare
a sapersi far aiutare.

 

Meglio (ri)conoscere
che essere (ri)conosciuti.

 

AUTOCRITICA:

è idiota
agitarsi
per l’umana
idiozia…
Ma è la tragedia una
metafora di tale idiozia?
(come la brama di potere
stigmatizzata dagli antichi
tragici greci).

 

Monopolio, duopolio, oligopolio (cartello e/o racket): forme
di mercato che, se frazionato, è detto di concorrenza, ma in
effetti è con tutta evidenza un ‘Polipolio’, con tentacoli sempre
mossi e ghermiti dalla logica del profitto capitalistico… 

 

Laddove l’etica può dividerci
l’estetica sempre ci unirà!

 

La vera filosofia è nella poesia
(gnomica) e viceversa…

 

Scrivo poemi come teoremi
e teoremi come poemi.

La poesia apre il cuore:
che il cuore apra la mente
è una scoperta solo d’amore!

Per poter creare
occorre saper studiare
(anche ciò che non ci è
dato capire).

 

La poesia è prima di chi la sente
che di chi la scrive e chi la sente
veramente ogni volta che la risente
la sente per la prima volta.

 

Eh sì, la poesia traduce la scienza
in magia e la magia in scienza.

 

La poesia è la continuità della vita, né
mai morir potrà, se non con l’umanità!

 

Scopro di essere il più vecchio
allievo di me medesimo!

 

Il genio è incompreso anzitutto
da sé stessi (oltre che dagli altri).
(Si pensi alla lampada di Aladino)

 

La grande musica è pura
trasmissione di genio.

Devo ringraziare di cuore la musica
che, col suo studio più che appassionato
in età matura, m’ha ridonato la mia amata
poesia: non a caso oso definirmi ‘musico/poeta’
(detto anche ‘autore/cantore’).

 

Oh Musa! Sarai tu la mia musica,
sempre amata ma mai posseduta?

(Meglio essere inutili che dannosi).

 

Per riuscire a (ri)conoscermi ho dovuto
rinunciare al (ri)conoscimento degli altri.

 

A chi scrive è stata infranta la
propria sfera affettiva, è stata
data la morte civile e imposto
il suicidio politico. (Ma qual
è peggio, forse la prima, fra
le summenzionate violenze?).

‘Ergo’, non ci si può che
sentire esiliati in patria.

Non ho mai capito perché
gli altri non capiscano
(l’enormità della mia vicenda).

 

Rifiutando potere, denaro e successo
ho scelto amore, gioco e felicità.

 

Ero un grande da piccolo
e ora sono un piccolo da
grande, ma sempre grande
rimango?!

 

A mio avviso tutte le credenze
sono incredibili (ma vere?),
o credibili (ma false!)
Credere, obbedire, combattere!?

Con ciò, essendo massimamente
espressioni religiose, vanno tutte
rispettate come le rispettive etnie.

Ma in verità per poter esser anche
religioso mi sento troppo spirituale:
è la poesia la mia forma di
preghiera e/o invocazione.

Il nostro corpo forse è ciò che
di più spirituale (o sacrosanto?)
noi abbiamo!

 

Occorrerebbe superare il bisogno di
darsi importanza, che tutti accomuna
gli uman esseri, così da non dover più
usare l’attributo importante…

 

Mentre lo trascorriamo insieme,
il tempo di vita è uguale per tutti.

 

La vita umana in ultima analisi
appartiene ai sentimenti (gli umori),
‘deinde’ senza passione non c’è
ragione.

 

Nella fisica cosmica è tuttavia
l’impenetrabile mistero, per cui
nella sua scienza umana più si
scopre più si sa che c’è da scoprire
(si amplia l’orizzonte dello scibile).

 

L’infinitamente grande sta
nell’infinitamente piccolo,
mentre è ovvio il viceversa:
per la natura la dimensione
è irrilevante (vale cioè un
solo principio fisico, fra le
sue innumeri manifestazioni).

 

Quando si parla dei giochi di prestigio,
in genere non si pensa a quelli dei capi
politici o “leaders”, ma solo dei prestidigitatori,
come se i primi non fossero dei manipolatori,
‘semmale’ nientemeno che delle coscienze (sic!).

 

Dai peggiori fraintendimenti (e relative ‘polemos’)
possono sempre nascere le migliori amicizie…

 

Molto mi meraviglia l’idea che gli altri abbiano su di me
una valutazione di gran lunga superiore a quella che ho io
(anche detta ‘distimia’ dai medici)!

 

Non avendo voluto conoscere la destra
(ch’eppur oggi regna su tutti noi elettori),
è la sinistra (coi suoi tradimenti) che m’ha
rovinato!!

 

Marco Maria Eller Vainicher (s.d.)
(salvo e&o – riproduzione riservata.)

P.S. (La mia poesia non è mai finita, ma
sempre in itinere, come un corridore

che non conosce meta, finché vita avrà.)