‘LA NUOVA GAIA’ (16/10/23)

So che deve arrivare una persona, l’ennesima,
che dovrà aggiornare il modo d’erogare per
casa mia (solatia) quell’energia che luce e
calore mi fan fruire. In verità sono un po’ mal
disposto e apro mentre sto componendo,
quasi a sottolineare il fastidio dell’interruzione.

Ma inattesa mi si presenta ‘arcigiovin’ men che
ventenne, minuta fanciulla bruna e piacente da
gli occhi chiari, chiari e di sguardo suadenti…
Poi scoprirò esser Gaia suo nome, datole proprio
a puntino per la naturale sua affabilità, quasi che
della nostra madre terra rotonda (anche Gaia o
Gea detta) fosse per me la personificazione?

E’ un nuovo ‘mondantico’, al di là della relatività
del tempo fisico che ci possiede nel quotidiano
e da Einstein svelato ma non rivelato, nel
suo mistico arcano del metafisico subliminale.   

Nostra intesa da sola presto verrà e sarà di
entusiasmo dotata per l’elettiva affinità di
nostra sofferta ipersensibilità, quasi parenti
fossimo e Lei, Gaia, una mia nipote d’adozione
ed io suo zio-nonno in gran trasporto di senti-
mental relazione che raccoglie sua e mia gran
sofferente ricerca di vita nella reciprocità dell’
innata, in arte pitto-poetica scelta, familiarità.

E’ una Gaia di slancio, d’ascolto, di formidabile
comunicativa coll’oramai avito scienziato-poeta
che subito sente di donar doverle sua fiducia
d’esperienza canuta. Lei é un messaggio di vita
vivente, una buona novella di luce nel buio di
questo tempo di vicine guerre ferocissime e
ancor più personal-esistenziale, per deprimente
psichica malattia non sol coi farmaci combattuta.

Forse riusciremo a costruire (e già fatto l’abbiamo
nel paio d’ore che ci siam dati) una comune opera
d’arte, vuoi in sua pittura vuoi in mia poesia, ma già
al mondo è venuta coi suoi primi vagiti qui esibiti.

Sta di fatto che, foss’anche suo malgrado, a sorpresa
Lei è già stata per me la buona nuova dalla quale potrò
ancora imparare a dare sia i miei talenti, sia i miei afflati
di senso per il prossimo e quindi per me stesso:
“Ama il prossimo tuo che è te medesimo!” E così sarà!?

MARCO MARIA ELLER VAINICHER

 GA’I’A COME GA’Z’A LIBERA(TA)?  (tempo di guerra/e…)