KIM II

Il sole fra le nubi, nubi fumose,
nubi grigio soffici, nubi setose,
prima appare come luna, luna
brillantissima di grande luce propria dotata,
luna diurna e divina e divina palla di fuoco,
poi scompare in quel fumo di Londra
che offusca per diffondere i vasti raggi
solari in riflessi diafani.

Sarai tu il mio sole lunare, o,
io ancor chiedo, la mia luna solare,
irrinunciabile e invincibile Kim, come la
Nike alata di Samotracia che m'appare ognora
sotto specie diversa e riappare in immagine
di carnagione setosa, come il grigio fumo
di stamane che invade tutto il cielo e
abbraccia di sè ogni immagine
nell'effimero cangiante del più cambridgiano
dei tempi atmosferici.

Il ticchettio di pioggia quasi primaverile,
certo argenteo, come argenteo è il suo
incarnato unico, inimitabile, di
straordinaria bellezza e purezza:
quasi divinità silvana, di evocazione
che strega, strega ed incanta, incanta
e strega fino al principio e alla fine
dello spaziotempo. Quel ticchettio
scandisce ogni flusso di coscienza
e riversa su di lei l'effluvio di
sentimenti, di visioni, di ragioni
ch'ella nello spazio breve d'un'inezia
di tempo ha sorgivamente generato.
Evviva Kim e il suo splendido incarnato!

Poi afferro per attimo finitimo
su pavimento di cotto rosso il giallo di sabbia
da grande e sconfinato deserto sahariano
portato a noi da libeccio refolano,
così come da scirocco di pantano e
arriva qui alta calura umidiccia e appiccicaticcia.

Posso così rivedere per mia delizia sovrana
la dorata capigliatura bicolor-africana
di mia musa d'Afrasia e d'Europa originata,
dalle tre grazie generata per noi mortali, lei
immortale archetipo di tutte le bellezze di natura
che si sparge sulle alture e nelle valli
e con Pan pei piani e sui monti in coppia va
d'Atlante e di cielo e di mare e di lago
e di selva e di fantastico deserto sabbioso,
roccioso, sassoso, maroso coglie di sé
il pervasivo fascino di vita d'amore.
E che sia di tutto cuore!

Marco Maria Eller Vainicher
(22 febbraio 2004)