IL CUORE DEL CARDIOLOGO (31/10/2023)
(Questione di cuore, ma con ardore, sì!)

Non c’è ancora l’alba: nous sommes a’
la fin de la nuit, “au bout de la nuit” le
Medicin Ferdinand Cèline decidet…

Ordunque è la stella del mattino che da
oriente s’affaccia fra le nuvole ‘finottobrine’,
mentre un’ancor brillantissima luna occhieggia
da occidente, quando tutto il resto dello
stellato è occultato dalla ‘slavante’ nuvolaglia
che biancheggia contro l’indaco del cielo.
Verso il Gianicolo ‘estante’, per la mia posizione
di magione, già quasi principia il giorno dato l’
arrivo incipiente d’un sole nascente, poiché in
apparenza poi ascendente per di terra nostra,
sempre rotante, moto discendente.

E son rime baciate che mi furono commissionate
da ben sensibile cardiologo, direi tuttavia non
immunologo se ad inizio estate fu costretto da
miei ripetuti mancamenti a sospendermi tutti
gli antipressori medicamenti; tant’è che fra
poco dovrò da lui tornare per controllarci nella
reciproca pensata d’una nuova terapia ben curata,
poiché accurata e sovente da noi sempre aggiornata!

Per un ischemico con due ‘stents’ nelle ‘bi-vie’ delle
coronarie c’è poco da scherzare, epper la permanente
‘impermanenza’ del ritmante e tuttavia bradicardico
battito cardiaco! Ma in metafora i sentimenti di
medico e paziente son decisi e incessanti, quasi
strabilianti - come il visuale fenomeno in cielo
cangiante, dalle lamentazioni dei trasvolanti gabbiani
ora accompagnato, con un chioccolìo che ancor mi
sorprende su questo terrazzo da tante piante vissuto,
poiché è l’ora scattata d’innaffiatrice automatizzata.

Diverte prima vedere e poi udire in rombo semovente
‘luciona’ dei fari regolamentari d’aereo a reazione ben
più potente di quella d’astro di primo mattino e oramai
quasi svanente da mia vista percipiente… La brezza è
ben fresca e sa di serutino romano ponentino, anche
se siamo nel primissimo mattino; ci si augura massima
potenza anche per cardiocura antinfarto ben accurata,
sebben ahinoi io debba guarire o almeno cercare di non
morire ma da sano, dunque invano?

MARCO MARIA ELLER VAINICHER