ALEKSANDRA IN BILICO?     

Assorto su femminei ritratti
pieni di luce e colore, esposti
in comunale galleria d’arte, non
m'accorgo di figura femminile,
un po' felina un po' eterea,
certo ben discreta ed educata,
che compare d'improvviso dal
buio alle mie spalle senza che
me ne sia potuto avvedere.

È diafana la sua slanciata figura
di nero vestita e subito le esprimo
la mia meraviglia per tanta silente
apparizione in sua sorridente visione.
Ascolterò sua divertita comunicazione
e così in amenità ci scambieremo
le nostre meraviglie fra sogni e veglie
di vita passata e presente.

Nientemeno che di clinica psicologia
ella vorrà occuparsi dopo aver
attraversato, come ben più io,
studi d'economia politica tampoco
da amendue per nulla graditi.

Aleksandra nata circassa,
quasi per me in bilico in suo
ucraino nome esotico,
sarà deputata a interrompere
mia lunga pausa poetica,
meritando questi versi
per signora che sua vita
vuol finalmente fare, senza
che nessuno la devii dalle
sue più profonde e intime
volontà di vita desiderata.

L'intesa è fra noi subito
d'armonico accordo in
musica musicante, quella
musa gentile che poi mi
verrà a salutare per
potermi rivedere.

Chissà se con lei potrò
rischiudermi ad anima gemellare
per mie, che vorrei ormai trascorse,
sofferenze lenire ed in contesto
che celebra la femminil natura,
a me di sì grand'affinità
certa e sicura!

Non mi par vero d'essermi per sua
grazia riuscito a sbloccare epper
Aleksandra forse sono già un risultato
del suo voler essere clinica psicologa:
c'è un naturale chimismo empatico
che ha già permesso di superare le
convenzionali barriere di ruoli ed età:
quanta umanità in quella volontà
di guarire e così bipolarismo esaurire.

Forse un abbaglio?
Ma (John Keats) "Una cosa
bella è una gioia per sempre!"
(Se siamo noi umani che
diamo senso alla cruda
realtà dei fatti di vita).

Marco Maria Eller Vainicher  (7 luglio 2019)