UNA TIZIANA BRUNA
Appena lasciata Marta cerco
un ristoro mattutino, dopo aver
già composto il mio artistico dovere
quotidiano un poco fuori mano,
sul lago martano.
Ed eccomi a gran piccolo complesso
ove ragazza bruna d’ottima luna
sfaccenda e riordina quasi stesse
sul punto d’apertura (o di chiusura?).
Alla sua risposta affermativa sulla
presenza d’un servizio caffettiero
e ospitaliero mi soffermo e, la soglia
varcata, una eccessiva musicata m’affera
l’orecchio e un poco mi stravolge mentre
la bruna Tiziana mi dà ragione di sua
solitudine in moltitudine e così io ricordo
da Pirandello a Tennessee Williams,
mentre lei prepara caffé e cappuccini, con
dolci involtini che più tardi saranno panini.
Io le dono il modo di leggermi e discettiamo
sull’origine sua siciliana e mia toscana,
trovandoci in quel di Tuscia martana.
È ben sincera la fanciulla tizianesca
nel nome ma non nei colori e dichiara
d’amare la lettura, anche se più leggera
della poesia che vede come troppo
impegnativa, non sapendo che può
anche sollevarci l’animo e permetterci
di volare in fantasia.
Speriamo che sappia cambiare idea nelle
sue solitarie giornate di sensazioni quasi
annoiate e trovi lo spirito per leggermi chè
merita, sempre a sensazione, una vita di
più grande emozione!
Marco Maria Eller Vainicher
(18/06/2007) |