UNA MARTINA DI LUCE

Mio destino di Martina, la martellina come
la martinella della chiesetta di Bagno a Ripoli
fiorentina, doveva colorarsi e musicarsi grazie
all’incontro di gran bellezze così nomate che
in questo primo crepuscolo d’alba, oramai di
gran luce vermeeriana infestonato, sono
evocate nel carezzevole altalenarsi di risacca
marina avvolgente e di nuovo giorno accogliente.

Ma la più verobella delle Martine è una bimba
che neanche treanni avrà ed ha la forza e la
vitalità di chi ancora sciupato non è, né per
lungo tempo sarà.

Il suo slancio per il poeta è meraviglioso “Tu
mi hai fatto volare. Vuoi ancora?” Commuover
mi farà e subito in collo la prenderò, dopo una
carezza averle dato, la mia Martina di vero
cuore, essere angelico qual cherubino o
amorino, mio ‘inrubabile’ tesoro improbabile.

La gioia e la felicità di Martina sono sublimi,
quando anche l’amichetta vuol far volare, ma
la sua mamma glielo nega. Intanto mentre
scrivo sento odor di cornetti, ché questa è
l’ora, mentre la luce s’acresce e le nuvole, oggi
assai presenti, si offuscano di grigio perché
illuminate di sottinsù, mentre i collinoni liparoti
ancora hanno le puntiformi luci notturne, tutte
accese. E son filanti quelle dei navigli sul mare
semoventi e sui moli rischiaranti di arancio
riflettenti, per le nebbie autunninvernali e
fors’anche primaverili.

Qui, sul tavolo di ceramica ove scrivo, guardo
il mare che forse ti libera e forse t’imprigiona,
portatore della civiltà e del suo disagio, che
vide bastimenti amici e orde di pirati saracini.
Distratto da questo mare, sempre dal vento e
dalle sue correnti animato, m’accorgo che una
fronda di eucalipto mi fa, come d’abitudine,
il solletico in questo giardino abbandonato.
Ieri ne ho visto uno magico, come questo verso
oriente posizionato, il quale dietro al castello-
museo rallegra la vista d’essenze di cedro,
roverella, pino e betulla con gli eucalipti a far
da amalgama.

È la tenerezza di bimba Martina che illumina
di sé per me l’impagabile panorama.

Marco Maria Eller Vainicher
(5 agosto 2006)