SUL VOLO 

(Sine die: carpe diem)

Il volo, prendiamo il volo?
Ci dedichiamo al volo?
Il volo mentale, sentimentale,
sovracorporeo o extrasensoriale,
il volo extraterrestre, cosmico e
superceleste, stellare e solare,
onirico e sensoreo, scultoreo,
fantasmagorico, pitagorico,
matematico-geometrico,
cadenzato e specchiato,
ripiegato e appagato,
sognato e realizzato…
Conduciamoci nel volo
accoppiato e spaiato,
di soppiatto o coatto?  No!!

Il volo libero e frusciante
nel vento forte, forte di
fantasia e di realtà: sarà
nostro e senza tempo,
senza luogo su quel
pianeta che non c’è,
ma in noi è divinizzato
(pensato e venerato)
iperuranico e strabiliante
che mai fu straniante ma
suadente e ricorrente
nell’etica del viandante
che ritroverà la sua Itaca
di Penelope… Ucronia,
utopia, ironia, in unione
spirituale, nel perenne
segreto permanente
e impermanente,
impertinente e gioioso,
forse focoso, sempre
operoso, mai geloso,
certo delizioso e soporoso
nel perdersi dei sensi di
beltà lussuriosa e imperiosa,
mai paga, mai da sempre, mai…
“soutenable, jamais pour
toujours, pour toujours…
comme un fou, un fou.”

Marco Maria Eller Vainicher
(Letto al principale curatore dell’edizione italiana
dell’Ulisse di James Joyce: “È bellissimo!”.)