"DELLA GRANDE XENOFOBIA"
Eccoci al diverso, a chiunque diverso sia.
Eccoci alla sessuofobia, a chi la diversità
non ama e non sa amare.
Eccoci all'integralismo delle religioni,
all'intrinseca fonte sorgiva del razzismo,
ancor detto nazionalismo e populismo.
Eccoci al feroce localismo, al provincialismo,
all'arroganza dell'ignoranza, al primitivismo
cattivo, rivendicativo, esclusivo contro la
meraviglia del primigenio puro che ingenuo
sempre sarà perché geniale contro la
malvagità del disegno malben a lui violento
oppositore d'ogni fascio o religio che,
in fiera logica di branco, alla solitudine
d'ogni mondo sopperisce e alla sofferta ricerca,
per forza soggettiva, d'ogni pensante pensiero
universale.
Nella varietà, come nella diversità, è
quella bellezza che sempre di conoscenza fonte
mai inquinante sarà. Ma è nel mescolamento,
nella combinazione, nel meticciato degli
eterni migranti in cerca del nuovo e del diverso,
dunque del migliore, che l'arcobaleno dai milioni
di colori diviene luce, di luce fatta, e di luce creatrice,
dalla quale tutti e ciascuno proveniamo
e per nostra origine in circolo ritorniamo!
Quegli infiniti umani puntolini che ogni
sfera affettiva compongono e animano
sempre dal loro centro son equidistanti,
seppur in trigonometriche diverse angolazioni
ed il centro gravitazionale rimane uno
e per tutti il medesimo, essendo il proprio
nella particolarità di ciascuna particella,
qual noi di polvere cosmica granelli
siam e rimarrem per confonderci ed
unirci agli innumeri altri, donde
ovunque in cosmica unione poliversale
noi possiam avvicinare e allontanare.
Così lontani ma così vicini in intimo
e fantastico mondo potrem sempre
viaggiare...
Ecco che così lo scrivente un mondo
d'affetti non più possedendo l'intero
mondo dei mondi potrà concepire e in
ogni attimo e luogo creare e ricreare!
Marco Maria Eller Vainicher
(addì 19 gennaio 2014)