CHE COS’È PER ME UN’IDEA?

È la filosofia in chiave poetica:
“Primum vivere
deinde philosophare”.

Sapersi far ispirare
dalla vita, saper cogliere
coincidenze significative
e saperle collegare fra loro:
una “texture” che sappia
volgere e svolgere la propria
e altrui intelligenza emotiva
(logica intuizione).

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Ecco una piccola Beatrice, incontrata
sulla battigia d’un mare cristallino,
lei di nove mesi, pari a quelli
vissuti nella pancia della mamma
dopo un atto d’amore vuoi
fisico vuoi metafisico e con
una prova del nove che furon
gli anni della Beat(t)rice di
Dante, quando sul ponte d’Arno
di Santa Trinità ne fu per sempre
preso e ispirato in iperpoesia.

Così me ne farò ispirare come
mie muse e perciò riuscirò
a farle sparire, come mie
eternamente (s)fuggenti
istantanee stelle comete
spaurenti.   

Associare il mio imperituro
desiderio di femmineo amore
alla mia psichica vulnerabilità,
a me sembra l’opera esistenzial-
mente più alta ch’io potessi
concepire!
Un’ Epifania, un’agnizione, un
riconoscimento che si svolge per
me medicalmente sul principio
simbolico del “non c’è rosa senza
spina”.
Segni del destino: fantastici
svolgimenti del nostro essere
metaforici, come nell’inversione
dell’ordine dei foglietti rosa
sui quali per primi furon
tracciati questi versi, che
andranno riordinati alla
rovescia di come vengon
scritti nel lor/nostro
spazio/tempo secondo
l’espressione “Carrolliana”
di “Oltre lo Specchio”!

 

E QUAL’È L’IDEA DI DIO?

Se un D’io esistesse, per me
sarebbe una coppia d’ancor
poppanti gemellini d’ambo
i sessi (come quelli dipinti
da Raffaello) e non un vecchio
padre/nonno (qual’io son).
Ma son troppo spirituale per
praticare i riti d’una qual si
voglia religione organizzata…

Marco Maria Eller Vainicher
(5 ottobre 2018)