RIPENSARE LETIZIA?

Invece di rivisitare mia poesia che
a tratti, tuttavia, ha la forza immane
dell’impressione immediata di natura
ed in parole traduce quelle sublimi, in-
contenibili, sensazioni che si riverbera-
no nel mio animo altrimenti esacerbato,
mi lascio portare dalle sorprese liet’e
amare d’incontri fortuiti, sempre
cercati ma mai ricercati, che occasioni
di vita mi propongono e ripropongono,
come in una folata di fuoco che subito
si spegne, ma poi inatteso si riaccende...

Stamani ho rincontrato mia musa Letizia,
ben adusa a mio poetico incedere e così
proprio lei ha voluto rievocare mia
immaginifica lettura di quadro al Prado,
ove l’ho voluta riconoscere nella figura
bionda e seducente del giovinetto Gesù
fra gli anziani dottori sapientoni.

Risorge così quel principio che tutto lega
e panico t’afferra nell’est(a)etico legame
che mai può esser dissolto e, seppur
sopito, rinasce e t’afferra tuo malgrado.  
Come dimenticare quel messaggio?...
La stupenda Letizia si chiede, nella
sua interiore magia d’assoluta affinità
al poeta, che la canta e la ri(n)canta.

 

     (EPPOI RIEVOCARSI!)

Un poeta deve vivere così,
come un folle(tto), di
magici momenti subliminali.

Un’Anna, che Sasha mi ricorda
nel suo di Venere strabismo, prima
mi seduce, mi fa aprire nell’intimo
e poi m’abbandona per altra
faccenda affaccendata, la sciagurata.
Cosicché anch’io me ne allontanerò
scornato e congedato per il tramite
d’una piccola Veronica, con me
più che compresiva e lenitiva.

Finché, oramai dimentico dell’incontro
promesso, con una Chiara dalla voce
garrula e che mai ho incontrato, ma
lietamente dialogato, in vista d’un
intero roseto donarle e parteciparle,
mi ridona sua voce intensa e palpitante.
Ed è una bella sorpresa mentre il mio
viaggio verso Zara si fa più incerto, per
mia antica amica ben poco in tono.

Sol la poesia, con sua pura arte di vivere,
potrà salvarmi e momenti di gioia darmi!

Marco Maria Eller Vainicher
(14 giugno 2012)