RÊVERIE D'UN PROMENEUR SOLITAIRE

Ho sete ma la gelateria di San Pietro è
chiusa, così potrò gustarmi una granita
che d’adolescenza è memore in amarena,
che presto troverò in quel di terra ligure.

Son al chioschetto della Sora Lella, mentre
gusto tanta memoria fiorentina di quando
vicino all’Arno di Ponte San Niccolò trovavo
tanti sapori generosi, ai tempi delle camicette
a “volant” in quegli anni sessanta, che la mia
prima dolce Barbara di sé allietò con i suoi
afrori e sentori per me impareggiabili.

Ecco a me donata l’immagine tutta sbalzata
di ‘concavoconvessa’ bimba bionda dalle balze
‘chiaroviolette’ di gonna bianca tutta fianchi,
pancino e coscettine, coi polpacetti sotto pieno
sederino ampliato da corpetto bianco che si
ferma al vitino per mostrare i concavi piaceri
di tanto centro tavola, per nostro amoroso
desco compiacere.

È setosa quella gonna vogliosa che sfileresti
per le balze te afferranti e così carezzare e baciare
quelle gentili rotondità carnali, che ora s’ergono
in barocca meraviglia su sandalini bianchi
bianchi, super sollevanti su tacchi un poco
esageranti.

La tenzone d’amore dei bardi Minnesänger
con Tannhäuser a Venere celebrare mi vien
da evocare, per quello speciale sferico e contro
sferico gioiello, che di voluta è circondato e
così ben fasciato in festoni ondeggianti.

È una sapienza in eleganza, quella ora brunetta
di tutta fragranza e come non gustarla con
la candita ciliegina di dolce sciroppo imbevuta
da un po’ ciucciare e tanto succhiare?
È la sua allegria che ancor più m’attrae
perché felice vorrei farla gioire con mio
gioco tutto labiale e oltremodo sensuale,
per ‘aesthasis’ ridonarle, a lei che così
felicemente tanto sublime piacere m’ha
evocato e per mia vista regalato...

Era sì uno zucchero filato o un dolce
candito arrotondato, ma ben di più pel
ricordo addolcito...  

Così m’illudo che al chioschetto, ove tanta
granita ho gustato, potrò ancora incontrarla
ed è già tale perché rivederla potrò quando
vorrò, grazie a mia fantastica memoria di
poeta della bellezza innamorato e mai saziato,
come quello Stephen Heller di Schumann, il di
lui più grande ‘musicompositore’, amico insperato.

Marco Maria Eller Vainicher
(12 giugno 2005)