AD ANGELA

Come in uno scherzo, a te e a me,
dedico questi miei pensieri alla
tua diletta persona che allieta
mie attese, perse in farmaco bifido
al quale tanto vorrei rinunciare,
ma mio umore controlla tremore
generando e tanta dipendenza da
una diuresi non più controllabile.

Assorta sei in tua femminea grazia,
di volto, di sguardo e di singolare
modo di fare.

Angela dal volto sensuale, birichino
e particolare, con tuo sguardo mi
catturi senza intenzione ed è il mistero
di tua seduzione che mi lascia basito,
forse con me stesso un po’ inferocito
per mancata capacità d’afferrare il
piacere di te, così fuori dai ranghi
comunicare. Mi chiedo quanto bello
sarebbe il parlarti in libero colloquio
intimo, a tu per tu, senza pregiudizi
o ipotetica malizia.

Hai un non so che che ti rende
simile alla vita, così sublime e
feroce, così mitica e deludente,
ne saprei rinnovarti inviti respinti.
La tua camicetta biancoperata
ti veste un personalino sinuoso
che immagino favoloso.
Che aggiungere? Vorrei conoscerti
al di là delle quattro parole che son
riuscito a dirti...

Marco Maria Eller Vainicher (1 aprile 2013)

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