QUEL VOLTO DI SOPHIE

Come non notare l’assoluta
bellezza dei tratti visivi di Sophie,
che oltretutto porta il nome
della Saggezza e quindi di mia
poetica FiloSofia…

Sophie è ventenne sorella religiosa d’
un credo cristiano nativo americano
ma, nella sua indicibile ed ineffabile
beltà tant’espressiva, non può che
esser cantata dal poeta che intende
celebrare l’universalità della beltà
nella (ultra?) terrena femminilità.

Quella gioiosa entusiasta sta facendo
il suo servizio di un anno e mezzo
per la sua chiesa da ‘vocazionista’ di
dolcezza ed è di grande spontaneità
di vita, così da rallegrare per sua
affabilità chi si trovi, sebben per
poco tempo, a Lei vicino nella
fantastica, forse assoluta, bellezza
di suo viso che tanto il poeta – foss’
anche un poco di sottecchi – ha
potuto studiare fino ad ammirare
per in cuor suo entusiasta gioirne.
Eppur tuttavia sul momento in gran
segreto, per rispetto della sua
consorella Grace, con lei presente
ma non sì talmente avvenente.

E sì che stamani avevo incrociato
una Veronica, solare figliolona, che
m’aveva pure ringraziato di cuore per
i miei apprezzamenti e riconoscimenti
sinceri di sua, quasi vistosa, avvenenza.

La bellezza è la bellezza: non si può
discuterla, in quanto valore assoluto
che ci aiuta a vivere nella sua metafisica
fisicità: forse è in quel tratto d’inesausta
beltà, misteriosamente al femminil sesso
‘superdonato’, che sta l’evidenza della divina
origine di noi uman’esseri generati “d’anema
e core”, come direbbero i napoletani, che
insieme di suprema natural marina bellezza
e di esecrabile camorristica bruttezza tocca
loro nutrirsi, finché non riusciranno a liberarsi,
ma chissà se mai sarà o non sarà?

Di Sophie, ch’eppure a ricchissimo e
trionfalistico centro religioso e non
poco pretenzioso sul momento ap-
partiene, è commovente per lo
scrivente aver potuto cogliere quel
non so che di unico e perciò vicino
alla scoperta di scientifica dignità,
che tanta soddisfazione in felicità
dà e ridà!

Marco Maria Eller Vainicher   
(14-15/8/2021)

 

 I MILLE VOLTI DI SOPHIE

Nel rincontrare Sophie e
osservando qualche sua
foto, mi rendo conto che
quella bellezza, che tanto
m’aveva colpito, cresce sulla
formidabile mutevolezza
di sua espressione visiva,
che non permette al suo
osservatore di mai fissarla
in una sola sua manifestazione.

È come se lei parlasse con
le diverse fisionomie che il
suo volto assume, secondo
i suoi stati d’animo, senza
bisogno d’usare la parola:
quasi un dono preverbale,
per una persona come Lei
che suona uno strumento
musicale, così esprimendosi
in una lingua tanto universale. 

Ordunque è nella continua
cangianza che sta il segreto
del suo ineffabile fascino,
quasi fosse l’enigmatica
Gioconda di Leonardo…
Evviva l’indecifrabilità della beltà,
nella permanente impermanenza,
che è costante mutevolezza…

Marco Maria Eller Vainicher   

(20/8/2021)