PAOLA CON LAILA
(Due diversi ascolti certo a me rivolti)

In un mattino di difficile levata,
con tanta depressione dietro l’angolo edificata
da una vita tanto tanto da me avversata,
m’accorgo d’improvviso che posso rimirare
un inusitato e ben tagliato viso
di fanciulla fiera e di studio ben nutrita.

Il gioco dell’umore si nutre di mosse
sempre nuove come se nulla fosse:
ed ecco un passaggio del gran concerto final
meraviglioso per piano e orchestra di Mozart,
rigoglioso e voglioso a farmi evocare
di filosofa il rigore di chi si sente
del pensiero padrona e matrona.

Di fronte al poema filosofico Laila si pone
col desiderio di dire che non si può capire,
semmai sentire, e per “Non hai vent’anni”
lei, che ne ha ventuno, mi fa impazzire per
la fierezza dell’altezzoso silenzio, quasi
irriguardoso, mentre Paola nel suo dire mi
accoglie loquace, più grande e saggia, quasi
fosse una moglie capace nei suoi ventottanni,
che son perenni e indenni perché, come mia
mamma sosteneva, una signora oltre i ventinove
l’età sempre ignora.

Paola è molto con Laila complimentosa e
riguardosa per il suo bell’ incarnato
che sa di egizio superantico fortilizio,
mentre il di lei perlaceo volto, di stupenda
mediterranea perfettamente adatta
a mia schiatta d’origine germanica,
mi sorride convinto di voler pensare
segretamente a una qualche storia di
libertà d’amare.

Così invece de “La rosa e la spada” io le
leggo un mio poetico-letterario commento
appena scritto per il mattutino concerto su
Bach, Respighi e Schumann testé eseguito
in quel dell’Argentina, roman teatro.
Son divagazioni in coloratissime visioni ch’io
sento aver mosso e commosso i sentimenti
d’un’anima che deve dedicarsi ad aridi studi,
neanche tanto prediletti e collocati fuori dai
propri veri affetti.

Così una giornata con difficoltà iniziata
ha visto svolgersi incontri inattesi e positivi,
col vecchio avvocato che m’abbisogna per fato,
con Anticaglia e Petrella che per la mia poesia
potranno forse darmi il luogo giusto, con Danilo
che mi darà il consiglio più robusto sulle bici
elettriche da usare per l’ecologica pedalata, di
sicuro superdotata come la gran napoletana di
sua amica Laila rimata e più grande ed equilibrata,
certo affettuosa, premurosa e pensierosa.

Marco Maria Eller Vainicher
(16 maggio 2004)