A TUTTE LE ALESSANDRE DEL CIRCEO!
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Quale stupendo momento che appare più solitario ed è tuttavia
così comunitario perché le bellezze locali, come le internazionali,
sono a maggio più distese e sorridenti, senza i soliti accidenti
della folla questuante che ricorre ai loro serviggi sublimanti di fornarine,
cassierine e camerierine, financo bagnine.

Così anche la mia più antica Ale, mitica flautista, mi scrive dalla Spagna
sulla sua moto rombante per un raid stralunante verso la basca Bilbao
affascinante sull’atlantico golfo di Biscaglia.

Chi più m’ha - qui e ora – epper sempre colpito è quella Alessandrina
fornarina, per i suoi occhi chiarazzurri che tanto penetrano in animo
poetico e che nei colori assomiglia pure alla bimba dai rossi capelli
di Tom Sawyer, con la virginale freschezza marina in una punta
d’intesa ben sottesa che offrirebbe il suo mistero al mondo intero.

Fra le ombre e le luci ‘vermeeriane’ stanno mollando gli ormeggi
della mia ‘carretta’ da questa marina di Terracina in prima mattina
ed io segretamente vorrei riuscire a far da Ale lascare, come in tanto
bel panfilo filante in mare, le vele dei suoi e miei più pii desideri per
vivere assieme una lunga traversata su quel nostro inconscio che è
duplice ma unico, nella distesa a perdita d’occhio di “mare nostrum”
cilestrino e alquanto profondino.

E anche tu Alessandra, Alessandra che hai un fidanzato per fratello
tanto ti assomiglia, come dirti di rimpetto al tempio di Giove bambino,
tutta la volontà di un comune impossibile destino?
Anxur, Luxor, Assurbanipal, fossero parole magiche per aprirvi
il cuore al mio impossibile amore.

Potrei ripiegare su altra Alessandra bella, della quale non conosco
la storia e i legami sentimentali, potrei, vorrei? Io tutte amo e con
tutte l’amore vorrei rifare sempre nella scia di luce solare che ora
abbaglia questo mare, riflettendosi sulle serre lontane di fiori costieri.
Gli Ausoni monti troneggiano a oriente sulle rive biancheggianti di
case invadenti e in una foschia smagante nell’orizzonte d’occidente
s’erge imponente il massiccio di superbo Circeo, quasi enorme
dinosauro oramai immobilizzato ma sul dorso del quale
crescono boschi verdissimi e fittissimi.

Allora, oh Alessandre di sole e di mare, mia imperdibile gioia,
salvatrici del mio animo perso, concedetemi tutte quello sguardo
d’intesa che tanto mi permetterebbe di dar forza a mia vita di sangue
rappresa, per le profonde ferite quasi mai rimarginate!

Fate, fate, alate, alate, muse mutanti mio fato che vorrei
in mia poesia così radicalmente cambiato, più che cancellato!

Marco Maria Eller Vainicher
(28/05/2007)