NIVES D'ALFONSO E DANIELA

Fuggito da mia solitaria magione, che
d’abitudine d’una forte governatrice
m’avvilupa in mangiari troppo silenti
e solitari, in vero raramente alla
semplice cucina d’Alfonso ricorro.

E dopo tant’anni ecco fiorire qual
primula ventenne deliziosa Nives
dal nasino all’insù, dopo esser stata
bambina a far allegria con suo
fratellino sì giovialino.

Nives suo bel nome porta, qual Ben Nevis
di scòta terra che in altura di estiva natura
verdeggiante è e d’invernal soffice neve
aspersa, che grandi pratopascoli avvolge.

Nives, in suo sorriso franco, gran forza
di natura esprime e a noi di sua decisa
dolcezza schietta allieta frugali pranzi
di lavoratori oramai quasi rari, a fortiori
da maledetta crisi indotta in feroce
liberismo addotta.

Subito fuori è la non vita di sdentato
mite paralcolizzato che in furgone
bivacca mentre per una volta mia stretta
auto in stretto pertugio infilo fra suo
inamovibil cassone e osceno ‘suvvone’ tutto
nero ad alzo zero, qual armato carro urbano
e funebre per celebrar disuguaglianza fra
ricco sfruttatore e misero ex lavoratore, da
droga pressoché spento e disperato.

Quanto son spietato nel mio dirlo, ma
quanto da vecchio poeta smaliziato son
deliziato da prospera ventenne che in
sua grazia si protende dietro bancone
di bevande ed alimenti, per accoglier
avventori e vecchi signori, oramai di
famiglia non più sostenitori.

L’atmosfera che Daniela e Alfonso con
santa pazienza han creato è quella d’una
famiglia in beato saper fare e preparare
per altri, in social occasione rilassare. Piena
di franche e popolari battute è la quintessenza
del buon vivere di machiavelliana memoria
serena che si svolge per bontà celebrare, ma con
arguzia fine e spontanea in gioco sano.

Nives il testimone già raccoglie nel suo compito
che asperità per tutti scioglie e grandi e piccini
accoglie, come la bimba Giulia già a due anni
sgambettante e giovial attenzione dei graditi
ospiti raccoglie.

Tanta fortuna in poesia saprem narrare con per
lei augurare fiduciosa prosperità in tranquilla
passione e amenità.

Evviva l’umanità!!

Marco Maria Eller Vainicher
(16 luglio 2013)