L’ULTIMA FRANCESCA?
Ritorno volentieri a quel nome di
Francesca, ma piuttosto alla Francesca
che ieri a sorpresa ha attirato al mio
sguardo financo più d’uno dei grandi
dipinti del formidabile caravaggesco
detto “Gherardo delle Notti” tant’esposto
agli Uffizi. Mentre ammiro una luce alla
De La Tour e mi beo di quella luminosità,
l’occhio mi cade su una elegante e
fantastica “liseuse” assorta e concentrata
su un suo libro in lettura forse avvincente,
forse appassionante. Dopo averla ben
studiata nella sua forte concentrazione
concentrata m’azzardo a rivolgerle la
parola e son ben ricambiato in natural
sorriso d’approvazione. Mi tratterrò ben
poco per corsa al ritorno, ma avrò il tempo
di scoprire che di baci sta leggendo e subito
in poesia è immersa per sua indole fatale.
Sarà felice di mia confessione su sua beltade
in sì tanto d’arte e di luce contesto pitturale
e già in questa composizione, della quale io
mi faccio testimone, c’è sua sorprendente
rivitalizzazione per cui le sue aggraziate forme
piene mi si ripresentano senza sforzo alcuno
come a memoria prospettica, dunque futura.
Marco Maria Eller Vainicher
(Firenze, 9 aprile 2015) |