LETIZIA ANTICA PERCHÉ
SEMPRE GIOVANE

Oggi ho rivisto Letizia,
dopo mattina forse non
piena di mestizia per Patrizia,
la bella e dolce signora che
ascoltava ogni ora mia parola
calda e suadente per lei
sì gentile e confidente!

Arrivo tardi nel luogo da
lei allietato e quasi mi
chiedo, non guardato, se
sia proprio lei là presente
con sua acconciatura antica
che in treccia suo viso inanella.   

Letizia è sempre una delizia
mentre ora di Schumann
l’Arabesque io ascolto e penso
ai suoi riccioli d’oro che
fanno coro a quello sguardo
che pretendo forse innamorato,
certo accogliente e a mio animo
affidato!

Non son proprio disperato quando
a lei m’avvicino perché chiamato
da suo desiderio forse inconfessato.
M’accoglie la dolce pulzella
con sua camicetta bianca e bella
su un décolleté certo charmant
e fitti fitti iniziamo a parlare
mentre le postali operazioni
occorre fare. Lei regge bene sua
emozione quando io le propongo
lettura fiabesca già propostami da
una fantesca e così convoliamo
in comune fantasia, senza
che nessun altro ci sia.

Per una volta non le offro
mia già composta poesia e
vivo nell’attimo sua alta
emozione, che arrossire
la fece in altra occasione.
Così tremo tutto, partecipandole
miei sentimenti che lei volentieri
accoglie con superbo aplomb.

Arrivano un sacco di disturbatori
invidiosi a priori di nostra chiara
intesa e lei mi testimonia sua gioia
di sentimenti, senza veder in mio
tremore debolezza ma partecipazione
d’intensa coniugazione!

Sarà, come sempre, uno scambio
signore ove la forza di reciproca
attrazione ci avrà condotti a unica
emozione per tempo antico e futuro,
ove proiettare nostra immagine
primigenia e avita, con lei che di
mia mamma i tizianeschi colori
assume e a me inconsapevolmente
restituisce: di fascino e bellezza mai
guastabili o superabili!

Marco Maria Eller Vainicher
(2 febbraio 2009)