A SABRINA

Sabrina, non voglio credere
di non essermi a tua
tenerissima effigie ispirato
per tua ben femminea figura
celebrar sapere?

Eppur non ritrovo, fra tutto
quanto da me composto, alcun’
opera a te dedicata. Cosicché
eccomi or a rimediare, creatura
‘candidobruna’ che, in sorridente
immagine con bimbo biondo, ho
per caso rinvenuto e subito di
tanto gioir voluto.

‘Sabrina bellina’, pensa quante
volte e per quanto tempo
non ho nemmen voluto rincontrarti
per timor d’esser troppo sedotto
da tua a me così affin figura,
qual figlia radiosa di padre amoroso.

Se il gran tedesco poeta parlava
di affinità elettive, io parlo
di affettuosità selettive, poiché
tu sei sempre stata per me
la realizzazione di quel
mondo affettivo del quale
pur tuttavia, come te, anche
io son stato privato e fin
dalla più giovin età…

La naturale attrazione verso
la tua persona m’ha donato
la gioia d’una vicinanza sentimentale
che è di forza emozionale, come quando
si viene catturati da un’avvolgente
e coinvolgente opera d’arte, sia essa
di ‘pittoscultura’, sia di ogni forma
musicale e comunque subliminale,
nella fusione fra sensazione e più
profonda motivazione.

Sento l’onestà della tua persona
e vieppiù la sua spiritualità,
di chi ha troppo sofferto inusitato
abbandono affettivo, per cui cerco di
esprimere quanto di più trasparenza
amorevole io possa concepire, epper
nell’attimo di ancor tua (e mia) lettura,
rimediare all’ingiusta nostra
sofferenza di carenza per quell’affetto
che, sempre in effetto, meritar dovuto
avremmo, ma dato non ci è stato!

Ricever da un poeta purchessia
sua sentita poesia potrebbe lenire
per sempre le peggiori delusioni
che la vita può ancor riservarci e
invece donarci la certezza di
meritare d’esser amati, per il
nostro stesso esistere e resistere
all’ingrato mondo a tratti immondo.

Non credi tu, ancorchè sovente con
me silente creatura?

Marco Maria Eller Vainicher
(aprile 2021, riformulata in agosto)