LA SILFIDE

Mi dà sicurezza tenere in mano
questo foglietto ove scrivere:
ho rivisto in una svelta discesa di scale,
con brevissimo saluto, la stupenda Yohana;
ed è, nella sua discrezione così appropriata,
ancora più bella di come la ricordassi!

Nei suoi fuseaux scuri, che le fasciano un
invidiabile personalino dalle movenze
naturalmente accattivanti, sembra proprio
una Silfide danzante nel fatato mondo
di un bosco meraviglioso.

Non so proprio seguire il film che lei ha
appena approntato, disponendo l'apparato
d' elettronica riproduzione: Yohana è un po'
la mascherina di cinematografica sala e
un po' la fatina di fiaba, comunque dotata
d'una silhouette incredibile, ma vera,
mio paradosso di bimba!

Sto guardandomi 'La Havana' e la riconosco
nella sua struggente fatiscenza, mentre una
scena di violenza si svolge nelle sue strade:
è un inseguimento per il recupero di una macchina
fotografica. Poi c'è una scena di fotografia nella
fotografia e la colonna sonora è superba...

Quindi la mia diviene una fotopoesia, con tanto di
musicopoesia, nella creazione pirotecnica di tanta
Yohana:
vivere l'attimo,
cogliere l'istante,
gioire dell'impossibile!

L'innamoramento è sì affascinante,
forse incomprensibile, certo
metafisico e per me permanente:
non appena fanciulla m'aggrada
mi pongo su sua strada e corte
poetica a lei rivolgo cosicché mia
vita lieta svolgo!

Marco Maria Eller Vainicher
(30/03/2012)