LA PRIMA ALBA DI DEBORAH

Il chiarore aurorale s’intensifica in questa
quasi mattina ‘postdeborahle’ e mi sembra
impossibile che il tempo esista veramente,
mentre ascolto una canzone della Claudia
di Gragnano in sottofondo, così mi sposto
verso il mare e capisco che il panorama
di Canneto è molto più geniale per la
presenza di Stromboli e Panarea, quali
fantastici navigli sull’immensità di questo
mare eoliano.

Ma intanto il sole, dopo aver dato un’aura
rosa alla sua prima uscita dietro le nuvole
scure, le sfora con la sua forza di fuoco rosso
arancio epocale e s’affacia al di sopra dell’
orizzonte in quell’oriente albeggiante per
poi venir riassorbito dalle nubi danzanti
sull’acqua cilestrina appena increspata
dalle brezze mattutine. La luce si fa ora
ancora più intensa e tinge di rosati
delicati i cirrocumuli in cielo sospesi
d’indaco ambrato dipinti e intinti.

Ci sono i tizianeschi colori di Deborah nei
dipinti di quest’alba d’attesa, per poter con
lei vivere la fine della notte e l’inizio del
giorno in quel di Stromboli. Meravigliosa
creatura di sogno che impegno umano hai
richiesto per potermi far sentire le vibrazioni
uniche di tua anima d’incanto e di poetico
canto per il suo autore che a cuore aperto
ti cantava e celebrava. Mi sono a te affidato,
nuovo amore musivo, ma non mai abusivo,
e vedo tua capigliatura di dea fulva in
fantastica alba rosata. Tua carnagione
vellutata, tua bocca animata da tua voce
insuperata, tuo sguardo intensissimo e
dolcissimo che mi rassicurano mentre
mi dai tua mano per essere a mia bocca
avvicinata e per sempre baciata.

È momento sacro per la ricongiunzione
di nostre anime superavvinghiate ed il
sole imperioso, inguardabile, supera le
nubi e si proietta incontinente su tutto
lo scenario a me visibile. La nostra
mistica unione, Deborah di cuore, mi
rinfranca e mi rassicura, bimba d’amore.
Mi propongo di vivere questo passaggio
dalla notte al giorno che tu, Deo Gratias,
già m’hai donato in apice d’amore cosmico
insuperato!

Deborah non ti sei risparmiata nel leggere
e riprodurre mia prima poesia per te, né hai
rifiutato di leggere con me “Hymn to Music”
perché sei la nuova creazione. Ora il seme si
è manifestato per la vita rigenerare ed è
lattiginoso come tuo nutrimento per quel
neonato che ti verrà donato se tu da me
vorrai una creatura concepire e nutrire?

Sublime bimba appena diciottene che la
mia Susanna di Arbe evochi e superi per
mia vita incredibilmente rivissuta, forse
non sarai concretamente in grado di
portarmi in dono tanta nuova creatura
di natura per me imperitura, ma il tuo
tempo nel suo mistero per noi mai finirà!

Marco Maria Eller Vainicher
(4 agosto 2006)