LA FATA DI NATALE
Come immaginare tanto dolce
incontro favoloso, intimo e periglioso
con una Chloé piovuta dal cielo di Cambridge,
l’antica per noi universitaria magione avita?
Era una serata di cena di Natale prefigurata
con tante pietanze poste di filata
ma mai avrei pensato d’incrociare
una bionda piacente col volto
così interessante e l’eloquio così tagliente
in un inglese londinese di moderno sirventese,
tutta dedita al “Grand Tour” d’italica penisola?
Era un gioco così rapido e sapido
che nella sua meraviglia l’associavo subito
ad “Alice in Wonderland” per la palese
naturalità e paradossalità della circostanza,
forse senza apparente sostanza ma fondata
sul piacere di trovarsi senza cercarsi.
Eccoci così insieme ad amarci
e a creare momenti favolosi senza essere
inutilmente cerimoniosi bensì goduriosi.
Sarà un’apparizione-sparizione o durerà?
Marco Maria Eller Vainicher
(27/12/05) |