L’ALE GIOVIALE

Anche oggi dì, per la verità
troppo fuggevolmente a causa
di perentorio richiamo materno,
ho rincontrato quell’Ale che
coi suoi occhi di favola
m’ha incantato più di ogni
altra fanciulla del Circeo.

La ‘fornarina’ aveva una
“mise” verdina che le sue, oggi
verdissime, pupille richiamava:
purtroppo aveva anche uno
di quei berrettini a visiera che
fanno tanto americanina,
ma il suo sorriso gioviale
sul mio scherzare per la
perfetta intonazione fra sguardo
e abbigliamento, m’ha subito
detto che non m’ero sbagliato
su sua bellezza solare.

La bimba è chiaramente come
sotto sorveglianza genitoriale e
fraternale, ma c’è un ironico… riso
interno che mi dice non dispiacerle
per nulla la mia poetica
attenzione, purtroppo mal
compresa da chi la circonda.

Sarà capace, la mia musa,
per il momento mai audace,
di accoglier la conoscenza
d’un uomo di tanta scienza?
Non posso né saperlo né sperarlo,
però le donerò questo mio scritto
in spirito giocoso ché l’ho vista
ridere di cuore, mia giovane
musa d’amore…

Chissà se un dì non diverrà
l’Ale fatale che mi farà volare,
al di là di mia fantasia, per
farmi ritrovare l’anima mia
sempre così rapita da sua beltà
non poco assopita da costrizioni
familiar-lavorative?

Rimane la sua natura di
piccola icona di smalto da
me dipinta, per sempre brillare
nella sua tinta, certo non finta!

Marco Maria Eller Vainicher
(24/07/2008)