FRANZISKA, SENZA NOME ?

Amata Franziska di vita, creatura oracolare
e fors’anche lunare, certo solare, tutto
fuorché crepuscolare, oggi, in modo
miracoloso perché fortuito, ritrovo
il nome della spiaggetta senza nome:
Bianca, come tua setosa carnagione,
di chiaro cammeo aranciato impastata.

E così ritrovo l’origine di scoperta fatale
della spiaggetta circeiana e prim’ancora
bonassoliana, grazie alle biondissime
marine fanciulle d’acqua e di fuoco,
ivi baciate e prima abbracciate nei
miei abbacinanti abbaci annuncianti
nostro amore degli amori.

E me ne accorgo per caso, conversando
per un uomo di preziosità invitare a mia
imminente cantata di fotopoesie, in quel
della Terracina più celebrata e ispirata.

Ci avrà forse aiutati la tua amata filologia
romanza che ripercorre il greco mito d’Ulisse.
Ci avrà vieppiù beneficiati il tuo desiderio di
rendermi felice acché io ti possa rendere felice,
per l’appunto in quel di San Felice che non credo
tu possa conoscere. Sarà perché tu sei per me
il prototipo di felicità ritrovata e rigenerata nel
presente, vuoi al futuro vuoi al passato rivolta.

È fantastico che io possa commuovermi per tanta
forte emozione d’aver scoperto che la spiaggetta
senza nome in questo momento sei tu, Franziska,
di bianco velata e dalla spuma del mare avviluppata,
come Terracina è la fantasia di primigenia lettura
sull’umana origine del babbo perso a dieci anni,
anche se forse non lo capirò mai abbastanza.

Marco Maria Eller Vainicher
(16/08/2007)