DEBORAH DI CANNETO

Ero da Lipari in cammino per quel di Canneto
e non mi sarei mai aspettato di poter incontrare
una bimba-signora così particolare, così speciale,
così dolce e sociale. La sua figura, proprio unica
e inattesa nella discrezione estrema, m’ha dato
il coraggio di chiederle il nome ed ho così scoperto
che di Gesù un’essena Deborah fu sacerdotessa
divina e regina.

Deborah, mi ha commosso il tuo sorriso così
onesto, aperto e delicato, il tuo volto così
segnato da lineamenti per me mozzafiato.
Deborah, stupenda Deborah, mi sono seduto
per scriverti su questo blu-mare di forza inusitata
e sono commosso da vista di Panarea e Stromboli
gemelle, simil galleggianti in tanto di mare distesa
sconfinata, col loro pennacchio che vapore a
bollore continuamente riproduce per esprimere
la vivezza di terra nostra partoriente lava, lapilli
e d’incandescenza zampilli.

La maestosità del mistero femminile, che Deborah
esterna, ha veramente l’immensità del mare eoliano
ed in te, Deborah, si manifesta nella spiritualità
più arcana che dalla fisicità prorompente di tuo
volto così attraente, e per me interessante, e di
tuo così ben formato personalino, raggiunge la
metafisicità di questo pomeriggio rinfrancante
nella lieve presenza di brezza marina, come te
gentilmente risvegliante ma sempre sognante.

Là verso sud, oltre le isole incastonate in tanto
mare di lapislazzuli sotto cielo di turchese, il
biancore delle nuvole di bambagia sembra
rappresentare il miraggio della nevosità di alte
montagne nordiche, quasi fossimo alle norvegesi
Lofoten in specchio marino di Deborah ‘la belle’
riflettente nei suoi rossi capelli d’eterna madre
risplendenti.

Grazie Deborah per essermi apparsa, grazie
per tuo gentile animo aver con me condiviso:
m’hai restituito il senso d’essere nel mio centro,
nel tuo centro, nel centro di noi tutti, ben centrati
con la mente nel cuore. Equilibrio che tutti meritiamo
d’avere, se sapremo sempre una sfera affettiva creare
e ricreare in ogni possibile occasione, per poi generare
e rigenerare nostra vita da amare!  
Ma ora non mi abbandonare!

Marco Maria Eller Vainicher
(3 agosto 2006)