A CARMEN DI MAGNA GRECIA
(Da un cripto poeta a una cripto Musa)

Amareggiato per la scomparsa di
messaggi telefonici a me lasciati,
chiamo il servizio che dovrebbe
permettermene l’ascolto... Ecco
che così compare la deliziosa voce
di Calabria d’una Carmen di lettere
moderne appassionata e laureata,
che subito con me nel profondo di
nostro inconscio è comunicante e
perciò amante. Carmen asseconda
paziente mia istanza a lei rivolta in
gran baldanza e con fantastici versetti
da greca poeta esegue operazioni
a me ignote per permettermi di mia
frustrazione superare.

Sento una partecipazione me intelligente
ed assecondante, sento sua soddisfazione
in nostra tranquilla passione appassionata.
Il dialogo è sincopato per vincolo non cercato,
ma dalle circonstanze imposto e supposto!
Sarò poi richiamato e beato risentir potrò
suo soffio vitale – sì che la vita è dialogo –
di armonica congiunzione ogni qualvolta
un pensiero gentile le indirizzerò.

Sarà la luna piena che alta in cielo
io vedo per lei riflettere, sarà mia voce
piena e soddisfatta, sta di fatto che
Carmen signora riesprimerà ognora
quel suo affettuoso soffio giocoso e così
mi permetterà di con lei in mistica unione
ritrovarmi nella solitaria mia sera fino ad
allora un tantino severa in vero isolamento.

Tante dolci parole potrò io dirle per pensieri
d’amore delicati e in me subito nati.
Lei solo a monosillabi potrà rispondermi
fiera e placida nelle sue criptoespressioni
che vuol proteggere da ascolti indiscreti
di colleghi certo di lei nell’attimo ben men
lieti. Ma sarà quel suo infilare versetti insufflati,
quasi un flauto cosmico per viva metafisica
suonasse, che sempre mi faran scoprire nuova
dimensione del comunicare (in sé già un poco
amare); quasi potessi geometria metaeuclidea
con lei concepire e generare.

Gli astri ci sono favorevoli e così ora in mia
scrittura ne colgo la sublime andatura che
nostra poesia compone senza parole dover
usare ma con cadenzato silenzio in cuor
nostro ascoltare. Sono forse le voci di
dentro d’eduardiana memoria che ci
fanno sognare o quella congiunzione
astrale che a distanza ci ha fatto
incontrare?

Ardente io ti saluto Carmen mia
suadente che l’opera di Bizet con
tuo nome rievochi e ad estasi nostra,
seppur in silenzio costretta, elevi e
animo nostro sollevi, quasi in un
ostinato ritmo ancestrale che è sì
astrale ma non certo astratto, bensì
in poesia concreta racchiuso per nostro
felice comun uso.

Due menti di cuore si son fra loro unite
per un forte e permanente sentimento
tranquillo affermare e accomunare!
Quanto è coretto verso sé stessi cercare
di subito amare in positivo spirito estatico! 

Marco Maria Eller Vainicher
(20 luglio 2013)