UNA MATTINA DI NEBBIA SOLARE

Nel suo alone di fortissima luce
abbagliante è in genere impossibile
guardare quel nostro sole, che da solo
è però l’origine di ogni nostra terrena
visione nella varietà sconfinata di
forme e colori, i quali mai ci annoiano
e/o saziano, e così tanta vita ci donano
in questo mondo di costante meraviglia.

Tuttavia stamani, ov’io scrivo e vivo, una
fitta nebbia fatta di spessi nuvoloni super
grigi l’ha offuscato, quasi coprendolo e
così ridimensionandolo al rango d’una
super luna piena e di misura parasolare,
ma in pieno giorno e ben osservabile,
quasi fossimo in un’eclissi che tante umane
generazioni ha vuoi stupefatto vuoi spaventato.

S’è compiuta perciò la rara possibilità
di rimirarlo e grazie ad un filtro naturale,
sebbene più che fuggevole, ma capace
di ridurre la sua potenza di luce, che è
normalmente tale da renderlo impossibile
da fissare per ogni occhio umano, al quale
si brucerebbe la retina ove non protetta da
tale formidabile e unico irraggiamento.

Così ci chiediamo se, privato di sua forza
abbagliante, non si mostri in sua misura
meno dura e super splendente per
irraggiamento perfino trascendente.
Questo fenomeno atmosferico,
che sembra annebbiante, in realtà
ce lo rende finalmente più osservabile
e denotabile per nostra memoria
futura, in visione più familiare e
perciò più gestibile, direi visibile.

Non dobbiamo temere per nostra
retina altrimenti in accecamento:
è il sole plenilunare che solitario
si mostra in cielo appeso dalla
gravitazione universale. La quale
ogni corpo celeste sospende e
muove l’un l’altro avvicinandolo
e allontanandolo secondo una
gamma di forze fatta di masse e di
pesi e contrappesi quasi incalcolabili
per noi umani oggi per lo più sulla
terra confinati.

Tanto da aver delegato ad una stretta
‘équipe’ di fisic’astronomi tutte le misure
spazio-temporali della meccanica celeste,
alla quale per nostra terragna demenza
caso non facciamo né la rispettiamo,
nella sua meraviglia che di sé informa
quell’universo al quale tutti apparteniamo.

E così nel mistero più fitto noi ci
chiediamo: ma da dove viene l’origine
di quel meccanismo universale che cosmo
generò, genera e forse sempre all’infinito
rigenererà?  

Marco Maria Eller Vainicher
(13/11/2020)