UNA FOTOPOESIA

Vivere l’ultimo giorno come se fosse il
primo o il primo come se fosse l’ultimo?

No, è questo giorno, con la sua offerta di
natural paradiso a farmi vivere insieme
il primo e l’ultimo giorno di mia vita, e
senza sprechi inutili di vita.

In quel di Vallesinella, bassa, media e alta
si memorano al futuro le sensazioni insieme
note e ignote, evocative e sorprendenti nella
meraviglia della sensazione globale, iniziale
e finale.

È come scoprire o forse inventare una Shangrila
ove le farfalle più variopinte t’attorniano giocose,
ove il chioccolio dell’acqua appena scorrente
diventa scroscio rifrangente: la perenne variazione
di quota fra sassi e muschi inumidati dunque
sapientemente vuoi consumati vuoi rinati perché
mai disseccati.

Son qui a cogliere tutti gli aspetti più rari di visione
dalle foto solo riprodotta e indotta. Mentre ogni senso
è da spettacolo impegnato: basta indovinare se di vista,
tatto, udito, odorato o gusto d’acqua di montagna.

È erta la cascata principale, son pieni di mandarina
saggezza i ponticelli che le varie cascatelle superano,
ma sono i pini larici a far da guardiani del gran
crepaccio di roccia che accoglie il precipitar della
cascata costantemente rinata e da forza di gravità
spumeggiata nel verde fiorito dei prati circostanti...

Così notevoli queste impressioni che il rileggerle per
ripensarle non mi sarà impedito neanche dallo strillo
dei bimbi giocanti e il poeta sovranamente ignoranti!

Marco Maria Eller Vainicher
(22 luglio 2015)