UNA CARAVAGGESCA RICOMPOSIZIONE
È un momento di grande poesia
quella inattesa epifania col quadro
fra i miei preferiti, tanto cercato e
mai trovato, ma a sorpresa incontrato
come mie sublimi muse che quell’arte
tuttavia sempre mi ridonano inattesa.
Ed è il “Riposo durante la fuga in Egitto”
dell’inarrivabile supergenio di Caravaggio
che d’improvviso m’appare perso in algida
sala di ben poca luce, ove tuttavia anche
un Raffaello ed un Poussin svettano su
erme antiche… Poi oggi lo ritroverò su
piccolo catalogo illustrato in postal ufficio
e, sempre a sorpresa, anche quella Letizia
musa che in filigrana subito di scorcio rivedrò
per mostrarle il profilo dell’angelo musicante,
la cui figura per me lei rispecchia, sintetizzando
il più elevato canone di bionda bellezza e
di musicalità profonda che nell’ “Io dormo
ma il cuore veglia” dell’eterna maternità
esprime col cantico dei cantici tutta la sua
dolce presenza. I tratti sapienti e suadenti
dal Merisi dipinti tutti si dipanano in questa
estrema opera giovanile ma piena, sublimando
la nozione di placidità estatica che fu da me
scolpita nella massima musicale “né di veglia
né di sonno sarà fatta mia vita, ma soltanto
di sogno”. Grazie a quel concerto posso sognare
e così unirmi alle più immaginifiche sensazioni
di pienezza di vita donatemi dal sorriso di una
musa e dalla sonata d’un musicangelo che
ricomporranno, come in tal incomparabile
pittura, quel caleidoscopio prima franto e
scomposto della mia anima troppo inquieta.
E sarà la volta, dopo la viola, del pianoforte
interpretato da solista eccelso a permettermi
di raggiungere l’irraggiungibile in musica,
poesia e formidabile pittura.
Marco Maria Eller Vainicher
(21/04/2012) |