UN PICCOLO VIAGGIO SOLATIO
La delicata amica Stefania
mi conduce lieve alla sua
collinare magione di Collepardo
in quel di vituperata Ciociaria.
Terra dolce di tanti cucuzzoli
e colline sinuose, a tratti favolose,
quando nell’attimo albeggiante
si possono scorgere, fra le castella
impennate su pinnacoli di verde
a cascata e di rosso autunnale
e di brullo invernale, vasti laghi
di nebbia biancheggianti su
orizzonti sempre semoventi.
Per piccolo ristoro sorprendente
in pieno meriggio d’ottobre
alla “valle degli ulivi” noi sostiamo
sotto rosso pergolato di vite rifrangente
il sole già basso in cielo e incontriamo
in mia visione perfetta bellezza
primo rinascimentale che, in gentilezza
rara e in elevato italico idioma
non contaminato da dialetto locale,
m’offre lieta un amaretto dolcetto ch’io
spezzo come ostia da condividere per
mia cara amica riconoscente.
Così la giovin signora mi colpirà per
sua avvenenza gentile e Giovanna si
chiederà se ispirarmi potrà qual musa
al poeta adusa, donandomi il suo nome
che sa di regina e d’antica paladina.
Quasi rispettando un femmineo desiderio
adulante e molcente, eccomi a rievocare
nostro incontro felice e a sperare
ch’ella voglia corrispondere nella sua rara
condiscendenza e accoglienza, che al poeta
muove il cuore come la visione di quei
solatii borghi che incappucciano bianchi
di luce i colli erti e boscosi, anche se ben
si sa che là stava il potere dei feudal signori
che dominavano dai loro fortilizi la vita dei
tanti contadi di parte guelfa dello Stato della
Chiesa che qui ben saldo si estendeva.
È il profumo dell’aria, l’accoglienza
delle genti, la semplice e calda
benevolenza d’una Giovanna dalla
avvenente capigliatura di biondo striata,
la gentile e discreta ospitalità di un’amica
che ben m’accetta nella sua casetta su
panorami così variegati e arcani
che serberanno in me a imperitura memoria
questa terra avita, ahinoi svilita dalle
orrende speculazioni di immobiliar predoni
che con sgraziate costruzioni ne hanno
deturpato la naturale dolcezza del paesaggio.
...Per non dire della caccia ‘schioppettante’
che eco disturbante fa in questa
profumata mattinata d’autunno assolato.
Marco Maria Eller Vainicher
(16 ottobre 2005) |