ROMA CON LE ‘ONDIVAGHE’
MONTAGNE ?

Eppure, una simile vista
da mia nordica seconda
terrazza goduta, potrebbe
spaventarmi se mai quei
pennini monti fosser’onde,
come nel terribil Interstellar
‘cine’ che tanto ha ghermito mia
‘ipersensitiva’ immaginazione.

È un travestimento
da incubo vestir
d’acqua marina la
rocciosa montagna e
porre la pseudo ‘ondona’
d’almeno mille metri,
(non fate l’onda!),
come enorme Tsunami
capace di tutto travolgere
nel suo incontenibile
movimento e il nitore
placido di visione orografica
stravolgere?

A quest’ora, in questa
temperata stagione
c’è l’insistito cinguettìo
del canto alla luce
svanente con uccellino
sull’albero pendente,
mentre il lucore riflettente
delle tante costruzioni
vecchie e nuove illumina
di sé i profili scuri ma
fermi della catena di
monti che fa da sfondo
e si staglia contro la
quinta ancor’azzura del
cielo, tuttavia brillante di
sole tramontante.
Sacripante!

Marco Maria Eller Vainicher
(20/09/2020)