QUEL LAGO SENTIMENTALE
Lago d’alto ingegno
nella sua materia grigia
argentata, che in questa prima
mattinata di nubi addensata
ricorda un cranio rovesciato
ove bere la quintessenza
d’intelligenza del creato.
Le storie d’Amalasunta o
di Rosamunda non ci saziano
nella sintesi magica della
sua eterna cangianza, anche
se Bolsena è sempre lì, con
i ricordi del mio maestro d’italiano
che le sue vacanze faceva per
me minori rispetto al
mare ove tutti andavano,
come noi che avevamo i mezzi,
io pensavo.
Mentre qui si misura il crogiuolo
di tempo e civiltà in natura e cultura
fuse per Tuscia ancora non tosca,
sebbene Amiata e Cetona s’affaccino
da settentrione all’orizzonte nella
continuità estrusca per rimembrarci
l’unità di nostra terra limitrofa e salvifica,
nell’attimo in cui ci permea il desiderio
di vivere tutte le sensazioni visive,
uditive, tattili e olfattive, per non
dire gustative, che lei può offrirci.
Ma è l’aria riempita dai profumi
e dai canti degli uccelli festanti
che ci pervade tutti, mentre io scrivo
su un’antica mola di pietra trasformata
in tavolo circolare, chiedendomi se mai
qualcuna mi saprà mai amare per
come io sempre vorrò desiderare senza
mio sentimento frenare...
Marco Maria Eller Vainicher
(17/06/2007) |