LA SPIAGGETTA SENZA NOME 

In quell’attimo di crepuscolo,
oramai il sole calato
ed il vento tanto rialzato,
mi prende lo “spleen” di mio
primo ricordo sulla spiaggetta
con questo ‘fermo tramite pensoso’:
sono ove forse tre decenni fa scoprii
il magico scenario che tanto mi rimembrò
quella mia in infanzia di Bonassola.
Allora c’era Ute, bionda fanciulla di Germania,
che tanto m’accompagnava in ricerca di
natura e di paterna cultura che riteneva
proteggersi qui la prima levatura d’Homo
di Neanderthal. Ora tutto è stato sfruttato
e deturpato e orrendo villozzone aduggia
l’elevazione di sguardo sul roccioso
sperone, ma il respiro del mare non hanno
potuto sopprimerlo, come il pensiero di tanta
cangiante maggiolina natura svolazzante e
gorgheggiante, quasi sè celebrante.
Sognare poi di camminare sul piccolo arenile,
pari alla spiaggetta giovanil/bonassoliana, di
godere di quel mare ancora ondoso e saporoso
di profumi salini e di macchia mediterranea
ben assolata, con gli sfreccianti e cinguettanti
uccellini ridenti e giocanti: amore, gioco, felicità,
tutto qua!

 

II

Poi un aereo dalla doppia scia
illuminata sembra trasvolare
accanto alla luna sbiancata
e allora ritorna a me il tema di
greca filosofia: guarda l’universo
per trovare te stesso e dentro di
te per scoprire l’universo, che è
poi lo sguardo diverso rispetto
a chi non sa godere di tanto potere
del cosmico incedere amoroso di
superiore natura viva nel particolare
come nel generale, nel locale col globale,
nell’infinitesino con l’infinito, di stupore
sempre inaudito.

(25/05/2007)

III

La spiaggetta senza nome
è ora la valva che raccoglie
il biancore spumoso d’una
mareggiata tutta spruzzata,
anche di pioggia dal cielo
ingrigito. Il vento spira a folate
come le ondate che s’incapricciano
contro la scogliera verso Torre Fico.
E così potremmo chiamare ‘Bianca’
la spiaggia finora innominata in onore
della spuma del mare che la ghermisce
e tutta la bagna, tanto la sua sabbia dorata
è a tenuta stagna!

Marco Maria Eller Vainicher
(29/05/2007)