LA LUCE DEL MARE
(Mare azzurrissimo!)
Stamani il sole dipinge, nel
suo baluginio tremulo e brillante,
un mare azzurrissimo qui fra il
Circeo e Terracina per ricordarmi
il gran golfo di Napoli quel primo
di settembre d’un biennio fa, che fu
vieppiù da me celebrato in “Tutti i
sensi del rosa” (una ‘delta poesia’ a
foce di gran fiume gangiano).
Sull’orizzonte sembrano disegnarsi
sagome montuose come Fate Morgane
arcane in miraggi favolosi, mentre
verso il golfo di Gaeta realmente si
vedono gli Ausoni monti, previoletti
come le ateniesi colline.
Il mare qui è sempre calmo nell’incessante
ritmo acustico della risacca che schiuma
appena in tanto lieve lena per donarci
sua ben odorosa fragranza.
Qualche masso messo a mo’ di scoglio
per impedire l’erosione delle bionde
spiagge si staglia scuro contro la
superficie bluissima del mare e un po’
di brezza attenua la canicola già incipiente,
sebbene non ancora mordente.
Ma è nel profumo di salmastro che
si caratterizza questo inizio del giorno,
con la sabbia gialla ancora un po’ scura
perché bagnata dalla guazza notturna.
Il disturbo dei nuovi arrivanti, altri
villeggianti, è il contrappasso massimo,
ma che fare di fronte alla generale
caciara?
Cercare di concentrare la propria
attenzione verso la luce del mare
che vive del sole sempre superiore
e avvolge di sé anche tutta l’atmosfera
oggi tersissima. Sul fondo qualche
bianco naviglio sembra tracciare
l’orizzonte che è solo una nostra
soggettiva percezione di distinzione
fra cielo e mare.
Mi fossi voltato con le spalle al sole
avrei distinto il colosso roccioso del
Circeo nel suo verd’intenso sinuoso
e collinoso di vegetazione su bianca
pietra incavata.
Anche un motore ora disturba la quiete
e precaria e frammentaria, impossibile
da pretendere per la diffusa inciviltà di
tanta pseudo umanità.
Ma rilanciar lo sguardo verso la luce del
mare, che così cangiante e diffusa s’estende
sulla sua superficie, mi permette di incorporare
un altro risvolto di viva natura e di avvicinarmi
al nostro più antico stupore per il primigenio
bagliore del combinarsi spontaneo dei quattro
elementi superiori di madre natura.
Di là si genererà ogni cammino di cultura.
Marco Maria Eller Vainicher
(28 luglio 2008) |