HO SCELTO UN LUOGO SACRO

Ho scelto un luogo sacro
ove incontrare l’ultima
‘danzerina’, che forse vorrà
concedere la sua grazia
alla vista degli astanti
per regalarci, sulle parole
di mia poesia e grazie a
nostra musica, il piacere
di sua aerea danza in
libera coreografia.

Dalla fortificata Basilica
di San Nilo ci condurremo
al Castello di Sant’Angelo,
nomi sacrosanti ma secolarmente
evocativi di ereticali dispute
per ricordi di battaglie sulle
mura merlate ove fischiavan
le alabarde e le guerre di
religione si combattevan
anche all’ultimo sangue!

Di quel colore si tinge fra
il rosso e il rosa il Castello
verso sera, ricordando fors’anche
la chiesa-fortezza degli Albigesi.
Di quel colore si tinge il cielo
sopra San Nilo, imbarocchita
da troppi interventi cardinalizi
e papalini per osannare inquisizione
e cattolicissima controriforma.

Oltre Tevere sul fondo del Castello,
legato col cordone ombelicale del
Passetto, si staglia San Pietro fra
Colonnato e Mura Vaticane e,
malgrado le non sempre felici memorie,
è un’avvolgente danza per gli occhi
il gioco di scorci e prospettive fra le
moli avite dei successivi tempi storici.

Ma la danza, come la poesia,
sono più eterne della pietra
perché rivivono sempre, insieme
alla musica, quando ce le resusciti
un artista purchessia col suo dire,
e suonare, e danzare.

Immaginiamo un “Pierrot lunaire”
che in elegia mimi il movimento
rotondo del nostro mondo, fra gioie
e dolori. Sarà sul filo della nostra
memoria, in perenne mutamento, che
si cadenzerà l’equilibrio funambolico
su ogni brano di creato o architettato.

Mimare più che imitare è evocare,
è saper suscitare quella inconscia
associazione d’idee che fa sentire,
riflettere e pensare, è, come ogni
forma d’arte, un esercizio insieme
intellettuale e sentimentale.

Sacra è questa associazione perché
intima e universale e danza e poesia
con la musica ce la rappresenteranno
unite in una inesauribile dazione di senso,
di sensi e di sensibilità. Guai a privarcene!

Marco Maria Eller Vainicher 
(29/06/08)