EVVIVA IL PARAPENDIO

Detto volo libero, è forse
il massimo delle sensazioni
fantastiche che a un essere
umano sia dato di vivere.
Geniale invenzione, che Leonardo
avrebbe certo sperimentato, com’io
ci ho tanto volentieri giocato.

Il lanciarsi di corsa da sommità, ovvia-
mente discendente, per presto in aria
riuscire a volare è, qual nuova nascita,
un vero dono di vita (e di vista), quasi
fossimo tutti come un pupotto, che
le proprie gambette ancora non sa
usare per deambulare, ma a sgam-
bettar per aria si diverte e sa che gli
serviranno per poi ricascar giù per
terra, ammortizzando l’impatto
su di un ritrovato piano d’appoggio.

Ora lì per lì certo nessuno pensa
alla inesorabile ricaduta sulla terra,
ma piuttosto a godersi il volteggiare
per aria nel sommesso fruscio del
vento e apprendendo a manovrare
la balumina del parapendio con le
cordicelle, che danno la direzione
e l’altezza nel movimento delle
termiche, le quali vanno assecondate
con quell’ intelligenza adattiva che
ci può portare alla gioia della visione
più stupenda, se sapremo farci guidare
dai sovente imprevedibili elementi
climatici, che tante vittime possono
provocare se non si sanno assecondare…

 

È nel mutamento costante infatti,
che va condotto tutto il viaggio
senza artificial motore, ma in
sublime sospensione, oltre che
visione: sfiorar gli abeti abbarbicati
sulle pareti rocciose dei monti subito
sotto la Marmolada rimane per me
sempre indimenticabile, come afferrare
una corrente ascensionale (già termica
definita) per risalire, quasi ci fosse
un’energia nascosta a vincer la gravità,
che ci afferra tutti quanti quasi per
farci riunire a quella terra, della
quale il nostro corpo è proprio fatto.
(Già in origine polvere di stelle siam!)

E in questo preciso istante, per pura
coincidenza, una iridescenza s’è
manifestata dal sole tramontante,
grazie al moto immoto di nostra terra
che sempre su sé stessa gira, così quasi
mi volesse confermare l’opportunità di
mio poetico evocare degli elementi da
suo incessante movimento alimentati?

Marco Maria Eller Vainicher (2 maggio 2021)