À DENISE, LA “DANSEUSE”

La primavera mi bagna
d’improvviso all’imbrunire
sulle Terme di Diocleziano
che la Domus Aurea neroniana
vollero cancellare e da fondamenta
utilizzare. Ed io allora oso da solo
andare al balletto della Bella
Addormentata di Petipa con
Tchaikovsky a donarci il suono
di sua enfatica musica giocosa,
mentre così mi concedo di superare
i capricci di mia figlia e suoi figli,
qual famiglia dimezzata ed ogni
mia proposta d’affetto disprezzata.

Un delizioso “enjeu” del tutto
imprevisto m’ha condotto a
conversare con una Denise,
professional ex danzatrice,
da una caduta sugli sci fermata
e ora da mamma Stefania
accompagnata.

Le avevo notate conquistare la
fila a me davanti a spettacolo
più che iniziato, tanto che potrò
concludere che solo chi sa
trasgredire potrà essere rigoroso
nella sua trasgressione, che anch’io
ho fatto verso me stesso a loro
rivolgendomi grazie al nuovo posto che
involontariamente mi sono assegnato.

In effetti Denise in suo volto dagli
alti zigomi sotto bionda singolare
acconciatura mi fa riaffiorare una
persona ora nel fondo di mia memoria,
tuttavia persistita ma nel momento
inafferrabile. Così Denise sarà doppia
in sua evocazione di quella bellezza
persa e dalla gioventù perigliosamente
ritrovata. È forte che sua capigliatura
sia del tutto “casual”, per cui non è chiaro
se porti una qualsivoglia parrucca.

Chissà se vorrà venire a visitarmi, dopo
tutti i giochi concettuali che le ho propinato
in palese tentativo di seduzione, ma il
classico balletto, pur in sua non eccelsa
bulgara bellezza, m’ha certo favorito
almeno per il luogo che sempre mi vide
gioire d’incontri quasi trascendentali
più che teatrali, certo sempre gioviali...

Denise ha ben approvato il mio fare
di nonno bambino saggio e rispettoso
di ogni saper danzare.
Vorrei proprio continuare a giocare!

Marco Maria Eller Vainicher

(19 aprile 2015)