ECCO IL CASO NON A CASO

L’aria è limpida, fresca,
il cielo è pieno di sole,
d’un sole orizzontale perché
orientale, in questa prima mattina
estiva; e le piante del mio
terrazzo son verdi verdi quasi
fosforescenti, rinvigorite dalla luce
e dall’acqua che ogni mattina
possono bere per la mia regolare
innaffiatura anti calura.
Mi diverto a veder zampillare
l’acqua chioccolante e strabiliante
nei mille riflessi ristoranti,
quasi uscissero da un crogiuolo
di fusione in abbondante emersione,
sprizzanti forza di vita.

Appena l’annaffiatura s’è compiuta
ed io rivarcata la soglia di camera
da mio terrazzo, che sempre
Susanna, mia biondissima adolescente
fiorentina compagna, mi ricorda
per sua fantastica villa dei terrazzi
all’Erta Canina, ecco ricomparire
la sua controfigura, da in volto solo
intravvedere. È sul terrazzino
di fronte la mia camenina
biondina e dà l’acqua alle
sue piantine con l’aria assonnata
e un poco trasognata di chi esce
ora dai sogni. È splendida
la figurina in una sotto veste
da notte cortina e azzurrina sulle
belle gambe dritte perfette che le
sorreggono un corpicino sinuoso
e tutto da carezzare sotto quel
capino biondo biondo ricciuto
da piccola dea come fu quello
indimenticato di Susanna
che ad Arbe m’attese quel
mattino d’alba fra le coltri
in un piccolo bungalow
per prima l’amore fare e poi
sul mare andare così da
congiungere le nostre mani
in una stretta di vita davanti
all’immensità pervinca di quella
ridente distesa senza resa.

Ed ecco che mentre scrivo,
lanciando qualche furtiva
occhiata all’immagine bramata,
m’accorgo che sul vetro di mia
porta finestra si riflette proprio
il terrazzino con bianco stendino,
verde tendina, violetta bungavillea
e multicolori piantine, ma nell’attimo
senza la mia susannea camenina!
Tanto potrò, potremo ritrovarci
quando vorrò, vorremo perché lei
mi ha visto facendo finta di niente e
compiendo per il bene delle piante
“leur arrosage” (la lora annaffiatura),
così donandomi la sua vista sì evocativa
e ‘stimolativa’ che sempremai potrà
rimanifestarsi, almeno in mia fantasia
di poesia.

Marco Maria Eller Vainicher
(15 luglio 2008)